PUNTO PRELIEVI

COVID 19

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Esistono diversi esami diagnostici che determinano se si è entrati in contatto con il virus del Covid-19. Si tratta di:

Che ricercano il materiale genetico del virus, ovvero il suo RNA. RISULTATI IN 48h 

Il tampone rinofaringeo prevede il prelievo di materiale biologico dalle narici e dalla faringe tramite un bastoncino monouso; rileva la presenza del virus attraverso la ricerca diretta dell’RNA virale con analisi molecolare (RT-PCR). Il risultato viene comunicato entro 2 o 3 giorni; se è positivo, vuol dire che sul campione è stato trovato del materiale genetico virale, e che dunque il soggetto ha in corpo l’infezione; se è negativo invece no. Ha un basso margine di errore (la sensibilità è di circa il 98%) e individua il virus anche nei pazienti asintomatici. È l’esame di riferimento per il Covid-19 e si esegue nei laboratori autorizzati dal Ministero della Salute, dalle Regioni e dalle ASL.

Che individuano le proteine del virus. RISULTATI IN 15 MINUTI

C’è un’altra categoria di test rapidi, utile a determinare in maniera più veloce ed economica se l’organismo è entrato in contatto con il Covid-19. Si tratta dei test antigenici rapidi, che consistono in un tampone rinofaringeo e ricercano specifiche proteine del virus, dette antigeni. Questo tipo di test richiede circa 30 minuti e non deve essere processato in laboratorio; come precisa la rivista Nature, è quindi adatto a esaminare in breve tempo un gran numero di persone, ad esempio in contesti come aeroporti o scuole. Nei mesi estivi, infatti, il nostro paese li ha utilizzati per controllare i passeggeri dei voli di rientro da località a forte rischio coronavirus. L’esito positivo necessita di un test molecolare per essere confermato.

Tradizionali o rapidi, individuano la presenza di anticorpi contro il virus. 

Il test sierologico consiste in un prelievo di sangue venoso, nel quale viene ricercata la presenza di anticorpi, che sono di tre tipi diversi e indicano non solo se l’organismo è entrato in contatto con il virus, ma anche da quanto tempo: si tratta delle immunoglobuline IgA, IgM e IgG. Questo tipo di test ci dice quindi se la persona ha contratto il virus, ma non se è attualmente positiva; è utile per lo screening e il monitoraggio della popolazione, non soltanto delle fasce più a rischio. La sua efficacia, però, non è assoluta, poiché durante la fase di incubazione del virus gli anticorpi non sono ancora presenti e l’esame potrebbe dar luogo a un falso negativo.

Oltre ai due esami diagnostici a cui abbiamo appena accennato, e di cui molti hanno ormai sentito parlare, ci sono anche dei test sierologici rapidi, ovvero i pungidito, che danno risultati in circa 10 minuti. È necessaria una goccia di sangue, che si ottiene con un prelievo capillare (ovvero, pungendo il dito), e serve a individuare le immunoglobuline IgG e IgM, con un discreto livello di affidabilità. Come il test sierologico tradizionale, però, è utile soltanto per individuare pazienti che hanno già sviluppato degli anticorpi, quindi non nella fase acuta dell’infezione virale.