Calcium Score: il test per la prevenzione del rischio cardiovascolare
Sappiamo bene come la prevenzione giochi un ruolo fondamentale nella lotta alle patologie del cuore e dell’intero sistema circolatorio. Ci sono dei fattori che possono influire sulle problematiche legate al cuore, tra queste: glicemia elevata, colesterolemia, ipertensione arteriosa, abitudine al fumo, diabete e obesità, dai quali viene ricavata una tabella percentuale sul rischio che viene cosi classificato: elevato, intermedio o basso.
Oltre ai fattori di rischio comunemente testati, oggi esistono metodiche di indagine sofisticate in grado di cogliere esattamente la presenza o meno di rischi per il cuore fornendo indicazioni cliniche ancora più dettagliate. Una di queste è il Calcium Score Index, un esame altamente attendibile che va a rintracciare e quantificare la presenza di calcificazioni nelle coronarie.
Come si esegue l’esame del Calcium Score?
Il Calcium Score Index è indice numerico che quantifica il calcio presente nelle coronarie, è facilmente individuabile attraverso una TAC coronarica multistrato della durata di pochi secondi senza mezzo di contrasto. Si caratterizza come una esame diagnostico non invasivo, di alta precisione e attendibilità, che apporta una ridotta esposizione alle radiazioni. L’esame ha un elevato valore diagnostico preventivo che va completare l’offerta clinica di esami tradizionali come il test da sforzo. A seconda dei risultati, la valutazione del calcio coronarico è in grado di indirizzare il paziente ai successivi step diagnostici o chirurgici. L’adozione di tempestive misure terapeutiche, successive al test, in tante occasioni può evitare il peggio.
Per quali pazienti è indicato questo particolare esame?
Il Calcium Score è consigliato a uomini al di sopra dei 40 anni, con precedenti episodi o problematiche cardiovascolari, a donne in menopausa e a quanti sono soggetti a patologie ereditarie, infarti o ictus e ancora a pazienti che hanno fattori di rischio quali fumo, stress, ipertensione e aumento del colesterolo.
Queste categorie di pazienti hanno generalmente un rischio cardiovascolare intermedio, che, grazie alle informazioni fornite dal Calcium Score, può essere riportato ad un livello di rischio più basso ed evitare quindi che la situazione peggiori e progredisca nella fascia di maggior pericolo.
Il test del Calcium Score è consigliato quindi alle persone con rischio cardiovascolare intermedio?
Esatto. Questo perché l’obiettivo è quello di riuscire a traghettare i pazienti con rischio cardiovascolare intermedio al livello più basso e contemporaneamente cercare di evitare che il paziente possa progredire nella classe a maggior rischio.
Il cambiamento dello stile di vita è sufficiente a metterci al riparo dai depositi di calcio nelle arterie coronarie?
No, perché l’aterosclerosi è un processo fisiologico e irreversibile. È utile e corretto chiarire che interpretando i sintomi, più o meno premonitori essendo ancora a livello sub-clinico, ci adoperiamo per curare la malattia. Così facendo se noi interveniamo prevenendo la fase acuta possiamo rimandare nel tempo il ricorso all’angioplastica o alla chirurgia vera e propria. Possiamo predisporre un efficace trattamento farmacologico modificando la fluidità del sangue affinché scorra meglio anche dentro un letto stenotico (ristretto). Certo, l’eliminazione o la riduzione di alcuni fattori di rischio inducono indubbi benefici sull’apparato cardiovascolare. I continui sbalzi pressori, ad esempio, modificano in negativo la permeabilità dei vasi condizione che contribuisce, assieme ad altre, alla progressione dell’aterosclerosi.
La TC Coronarica è un esame diagnostico in grado di identificare le coronaropatie e l’aterosclerosi.
La TAC Coronarica è un esame di screening particolarmente utile per valutare la salute dell’apparato cardiovascolare: ogni anno in Italia e nel mondo, infatti, le coronaropatie colpiscono migliaia di persone e, se non diagnosticate tempestivamente, nei casi più gravi possono condurre anche alla morte.
A cosa serve
Questo esame è in grado di produrre immagini 3D ad alta definizione delle coronarie e di valutare, quindi, il loro stato di salute».
Permette, infatti, di:
- individuare l’aterosclerosi coronarica fin dalle sue fasi iniziali in modo da predisporre la terapia più idonea e prevenire infarti del miocardio;
- valutare la presenza e il grado di restringimento dei vasi coronarici, selezionando i pazienti che necessitano di interventi per ripristinare il corretto flusso di sangue al cuore (tramite angioplastica, stent coronarico, bypass etc.);
- valutare il corretto funzionamento di stent e la pervietà bypass.
Quando farla
Questo esame è particolarmente raccomandato nei casi di:
- dolore toracico quando tutte le altre indagini effettuate non abbiano dato risultati conclusivi;
- in assenza di sintomi, ma in presenza di più fattori di rischio cardiovascolare, es.familiarità per malattie cardiovascolari, ipertensione, diabete, ipercolesterolemia, fumo, stress;
- pazienti che hanno già subito rivascolarizzazioni con stent e bypass.
Inoltre, è un esame indicato per escludere coronaropatie in:
- pazienti con cardiomiopatia dilatativa (patologia che determina l’ingrossamento, associato ad una ridotta contrattilità, di uno o dei due ventricoli del cuore);
- pazienti che si devono sottoporre ad interventi cardiochirurgici e vascolari (aneurismi aortici);;
- in pazienti candidati ad intervento di sostituzione valvolare aortica mini-invasiva per via percutanea (TAVI).
Come si fa
Il paziente viene fatto sdraiare sul lettino scorrevole della TAC e il battito cardiaco viene monitorizzato tramite degli elettrodi.
Le immagini cardio-sincronizzate vengono acquisite dopo la somministrazione del mezzo di contrasto, tramite iniezione in una vena del braccio. Il paziente deve rimanere immobile e trattenere il respiro per pochi secondi.
«Queste immagini – spiega la Dott.ssa Giglio – consentono al radiologo di ‘navigare’ all’interno delle arterie coronarie e visionare la loro struttura e funzionamento in maniera approfondita, nonché la presenza di eventuali placche aterosclerotiche».
Se necessario, prima dell’esame possono essere somministrati anche dei farmaci (betabloccanti), in grado di stabilizzare la frequenza cardiaca, e dei nitrati per dilatare le coronarie e renderle più facilmente valutabili dal radiologo.
Infine, nel caso di persone con già note allergie al mezzo di contrasto è prevista una premedicazione con cortisone e antistaminico i giorni prima dell’esame.
Quanto dura
L’esame ha una durata totale di circa 30 minuti: non è richiesta ospedalizzazione e il paziente può tornare nell’immediato a svolgere le proprie attività quotidiane.
Il referto, invece, viene consegnato generalmente entro 1 giorno lavorativo.
Preparazione
Al paziente che deve sottoporsi a una TAC Coronarica viene richiesto di:
- astenersi dal consumo di caffè e bevande eccitanti nelle 24 ore precedenti all’esame;
- rimanere a digiuno nelle 6-8 ore precedenti l’esame;
- togliere gioielli o indumenti con parti in metallo al momento dell’esame.
Rischi
La TAC Coronarica non è invasiva e non provoca dolore. L’utilizzo di radiazioni, seppur basso, la rende, tuttavia, controindicata in caso di gravidanza e allattamento.
Il mezzo di contrasto, inoltre, può determinare rare reazioni allergiche o non essere raccomandato in persone affette da insufficienza renale.
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